Intorno al lago di Barcis (PN): Chiesetta della Madonna delle Grazie a Roppe, Friuli Venezia Giulia, ARCHITETTURE-CAMMINO IN VALCELLINA NELLE BORGATE DI BARCIS (PN): ROPPE

 



Friuli Venezia Giulia, Prealpi Carniche, Valcellina, Barcis (PN), località Roppe.
La Chiesetta della Madonna delle Grazie affacciata sulla valle di Barcis, luogo di aggregazione dell'antica borgata di Roppe. Immagini di una visita tra realtà presente e memorie del passato.
Molti visitatori scelgono Barcis  come luogo in cui soggiornare in primavera ed in estate, o come punto di partenza per le escursioni sui sentieri tra i monti delle Dolomiti Friulane in ogni stagione.
Pochi giungono alla sommità della silenziosa e riservata borgata di Roppe detta "Le Roppe", sulla sponda nord del lago a monte del centro di Barcis, innanzi alla Chiesetta della Madonna delle Grazie. Questa piccola architettura domina la valle di Barcis, equilibratamente immersa in un paesaggio che oggi appare dolce, accogliente, ridente e soleggiato, ma che sotto i prati nasconde resti e memorie di una storica catastrofe, in cui la violenza della natura si è imposta prepotentemente  sull'opera  delle genti che avevano antropizzato, abitato e sacralizzato queste pendici montane fragili e franose.
Qui sorgeva l'insediamento altomedioevale di Cellis, uno dei più importanti della bassa Valcellina, scomparso nel XIV secolo con la sua Pieve di S. Giorgio, con le sue case, i suoi abitanti, il suo cimitero, tutti distrutti da un cataclisma geologico con terremoti e frane, presumibilmente aggravate da piogge persistenti.


La chiesetta è ben visibile da lontano, emerge nel panorama che, dal margine del bosco che sovrasta la borgata di Roppe detta "Le Roppe", si apre ad anfiteatro verso la Forra del Cellina, il Monte Longa e le alte cime rocciose dei monti delle Dolomiti Friulane che delimitano ad ovest la valle di Barcis.




Durante lunghe permanenze nel Campeggio San Francesco di Barcis sin dal 2009, sono salita tante volte in questo luogo e ne ho ammirato la posizione ampia e dominante, il silenzio, il fascino della natura localmente dolce ma circondata da spazi selvaggi alle quote sovrastanti.
L'architettura della chiesetta ha esercitato su di me un forte fascino sin dal primo incontro, per la sua posizione, per l'essenzialità delle linee architettoniche, per il rapporto tra la piazzetta-sagrato, la strada, i prati ed il paesaggio, per il senso di mistero di quella semplice piccola porta sempre chiusa oltre la quale presumevo che si celasse uno spazio ed un mondo che non conoscevo.
Nel silenzio del luogo, tra le case circostanti, avevo incontrato negli anni passati qualche persona riservata, che non desiderava dialogare né condividere informazioni e memorie. Era inevitabile rispettare, tacere e cercare altre vie.
Il desiderio di conoscere genesi, storia e vicende della borgata delle Roppe e della Chiesetta della Madonna delle Grazie mi ha invitata a ricercare libri di storia locale nelle biblioteche, riferimenti storici e cartografie catastali del XIX secolo in Archivio di Stato di Pordenone, notizie tra le persone di Barcis che si sono rivelate desiderose di comunicare, raccontare, condividere le memorie delle loro radici di un tempo non molto lontano. 
Il passa-parola è stato emozionante, la pandemia di covid non ha frenato gli entusiasmi: social, facebook, wathsapp, interviste di persona quando possibile, sorrisi dietro le mascherine con la promessa e la speranza di rivederci ancora, e poi negli ultimi mesi più bui, registrazioni al cellulare che ho ascoltato e riascoltato con emozione e che ho trascritto perché le parole volano, i supporti informatici possono disintegrarsi, ma la carta resta sempre un supporto capace di sfidare il tempo.
Avevo già deciso di scrivere, e nel tempo drammaticamente "libero" del lockdown e della crisi economica stavo lavorando alla mia collana di libri sul progetto ARCHITETTURE-CAMMINO IN VALCELLINA NELLE BORGATE DI BARCIS, e la Chiesetta della Madonna delle Grazie alle Roppe non poteva e non doveva mancare, era il punto di arrivo di un cammino meraviglioso. 
Il libro era pronto, mancava il capitolo finale sulla chiesetta. Questo non era giusto, né per me che non potevo pubblicare, né per la comunità barciana, né per i lettori.
Con il supporto delle necessarie autorizzazioni, dopo lunghe attese, in compagnia dell'attivissima e decisissima Fausta, finalmente a luglio 2020 abbiamo fatto il sopralluogo nella chiesetta.
Nel momento dell'apertura della porta il mio cuore passava da 50 a 100. Che emozione ammirare la bellezza semplice, essenziale, le pareti scarne chiare e luminose, l'arco trionfale in semplici conci puliti di pietra, il pavimento calpestato da tante scarpe, l'altare curato da tante mani, le panche piene di memorie, le immagini sacre povere ma ricchissime di sentimenti, di vite, di storie e di devozione che da laica potevo solo immaginare. 
La natura penetrava all'interno e la sacralità si espandeva nello spazio esterno, forse proprio così come la chiesetta era stata concepita dai suoi fondatori tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo per ricordare la Pieve di San Giorgio in Cellis scomparsa.



Infine, una sosta per osservare la parte basamentale della facciata sul sagrato, per rintracciare il punto in cui, secondo il racconto di Antonio Salvador, durante il restauro della chiesetta negli anni sessanta erano stati benedetti e tumulati resti umani rinvenuti casualmente nei prati vicini, riferibili alla zona del cimitero dell'antica Cellis distrutta. 
In queste mura e su questo calpestio c'è la storia.
Una chiesetta piccola, umile, intrisa di memorie da non dimenticare, perché laddove oggi regna il silenzio rigenerante nel sole e nella luce, in passato ci sono stati avvicendamenti di vita, morte e rinascita di insediamenti arroccati poche centinaia di metri a monte del noto centro turistico di Barcis che nelle domeniche estive viene invaso da rumori di veicoli e persone che lo usano, lo ammirano, lo fotografano, fanno selfie e grigliate e pic-nic sul lago, mordono, assaporano e fuggono talvolta sporcando, ma non entrano davvero fino in fondo  nell'autenticità del sito e nello "spiritus loci".
Tutto ciò è in parte possibile solo attraverso il cammino lento, rispettoso dei luoghi e delle genti, ed è un'esperienza da non perdere!


La localizzazione della chiesetta, la descrizione del cammino per raggiungerla, le notizie descrittive e storiche sull'edificio, supportate da foto, mappe attuali e storiche, foto d'epoca, riferimenti bibliografici sono contenuti nel mio libro.



Ringrazio gli enti e le associazioni patrocinanti:

Puoi leggere in anteprima un estratto del mio libro (disponibile in cartaceo ed ebook) cliccando sul link:

Il volume in versione cartacea è disponibile presso l'edicola di Barcis (PN) e presso la libreria Venier di Maniago (PN) in Piazza Italia;  il volume in versione cartacea ed in ebook è disponibile in Amazon su tutti i mercati, e si trova nelle librerie Giunti al Punto al link sottostante:

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Se vuoi vedere qualcosa in più, ti propongo un breve video. Per avviare il video, clicca sull'immagine sottostante:


Buona visione, buona lettura e buon cammino.
Francesca Aiello

ARCHITETTURE-CAMMINO



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