DONNE DI MONTAGNA, UNA STORIA DI LAVORO, CAMMINO E DEVOZIONE, in ricordo di Maria Paulon Guglielmi, Barcis in Valcellina (PN), Prealpi Carniche, Friuli Venezia Giulia


DONNE DI MONTAGNA, UNA STORIA DI LAVORO, CAMMINO E DEVOZIONE, in ricordo di Maria Paulon Guglielmi, Barcis in Valcellina (PN).

Questo punto della Valcellina oggi è dominato dall'acqua che scende dalle montagne impervie e selvagge del massiccio delle Dolomiti Friulane. 
Acqua che scorre lenta, purissima e trasparente nelle giornate di sole primaverile, acqua che irrompe impetuosa durante le piogge autunnali, rombante, torbida, foriera di fango, sassi, ghiaie e tronchi di alberi strappati dai versanti montani e trascinati per tanti chilometri da monte verso valle con furia distruttrice.
Ma circa 70 anni fa in questo punto c'era la terra, con il letto ghiaioso di un torrente, con precarie passerelle in legno che lo attraversavano, e sentieri che salivano verso l'alto, tra i boschi, fin sotto le cime rocciose.
 


Sui sentieri di questa terra selvaggia, in cui la sussistenza alimentare ed economica in passato era molto più faticosa che in qualunque altro contesto, camminavano sistematicamente tante donne laboriose e tenaci, colonne portanti della famiglia, della comunità, della società e dell'economia silvo-pastorale locale. 
Oggi camminiamo in questa terra in sicurezza, per sport e/o per benessere, con zainetti ergonomici, bastoncini, scarponi con suole Vibram, calpestando sentieri superstiti sistemati e segnati, che fino a meno di un secolo fa erano percorsi da donne che portavano sulle spalle pesanti carichi, sacchi di carbone di 40-60 kg appoggiati su gerle costruite a mano, con i rami di arbusti che crescono in prossimità del torrente, scelti accuratamente, lavorati e sapientemente intrecciati per garantire solidità e durata nel tempo.
Le donne non avevano scarponi, ma calzavano "scarpez" autoprodotti, con solette impunturate a mano, rafforzate sulla superficie a contatto con il suolo mediante apposizione di brandelli di copertoni di gomma, ingentilite superiormente da velluto nero finemente decorato a colori, ricamato a mano con i fiori spontanei dei prati stabili della montagna.


Le "carbonaie" camminavano su e giù per i versanti scoscesi, salivano leggere in gruppo e scendevano cariche, con passo pesante e cauto. 
Eccone alcune, immortalate in una foto d'epoca ricorrente nei libri di storia locale:


Camminavano, cantavano, cucivano per impegnare utilmente ogni istante quando avevano le mani libere, e pregavano.
La loro devozione era spontanea, nasceva dalla ricerca di un conforto e di un sostegno nella quotidianità dura, che tuttavia non spegneva i loro sorrisi, le loro voci, i loro sentimenti di solidarietà e di amicizia.

Anni fa ho conosciuto a Barcis Maria, una donna del 1936, che da bambina vedeva passare innanzi alla sua casa le portatrici di carbone, tra cui anche le sue antenate, e che ne ha custodito con accuratezza e con fierezza oggetti e memorie di lavoro e devozione, fino a poche settimane fa, quando è mancata.
Nel 2020, quando scoprivo e fotografavo i capitelli votivi sulle strade della terra barciana per un mio libro, Maria mi aveva così raccontato in intervista la storia del suo capitello mariano, apposto in una nicchia nel muro di contenimento del terrazzo/giardino:



«La scultura della Madonna con Bambino, che è nell’attuale capitello, prima si trovava in un altro capitello, ora scomparso, sommerso dall’acqua dopo la realizzazione del lago di Barcis negli anni ’50.

L’antico capitello scomparso era stato realizzato da Argia Gasparini (nata nel 1911) e conteneva la scultura fatta da un parente durante l’occupazione dei tedeschi nel 1944, come supplica per la protezione del paese e dei suoi abitanti che si erano rifugiati in Val Pentina.

Questo capitello si trovava nel grande cortile di una grande casa, nella strada di fronte, che adesso va giù verso il lago; in questa zona, prima della realizzazione del lago, c’era un sentiero che dal centro di Barcis scendeva fino al torrente Cellina, lo attraversava con due passerelle, e risaliva il Monte Longa nei boschi delle località Pezzeda e Caolana.

Nel cortile innanzi al capitello si riunivano a pregare le donne che trasportavano il carbone con la gerla, le “carbonaie”, tra cui anche Argia Gasparini.

Al mattino le donne partivano da Barcis con la gerla vuota, si fermavano al capitello ed intonavano bei canti in dialetto barciano; la sera tornavano stanche dal bosco, dove erano andate a prendere i sacchi di carbone, e si fermavano al capitello per riposare e per dire la preghiera di ringraziamento.

Dopo la scomparsa di questo antico capitello, la scultura è stata conservata per anni con cura da Argia Gasparini, la sorella di mia mamma, che mi ha chiesto di portare su la Madonna nella casa, dove è ora.

Nel 2000 mio marito ed io abbiamo costruito il capitello in cui è collocata la Madonna, e la targa con la preghiera in ricordo delle portatrici di carbone.

Vado fiera di questo capitello e lo curo con amore».


Ho incontrato in molte altre occasioni Maria, fino all'11 settembre 2024, per la cerimonia di commemorazione dell'80° anniversario dell'incendio che fu appiccato per rappresaglia dai nazisti durante la resistenza partigiana, e che nel 1944 distrusse il paese di Barcis.
In quella occasione ho presentato un libro per il quale Maria aveva fornito, insieme con altri, un suo contributo in intervista, dopo la quale la avevo ricordata così, nel mio testo:
 
CON MARIA PAULON GUGLIELMI 
Barcis centro, 2020-2023.

"A settembre 2020, mentre scoprivo e fotografavo i capitelli votivi sulle strade di Barcis per un mio libro, l’amica Fausta mi mostrò una Madonna con Bambino in nicchia, infiorata e ben curata, nel muro di contenimento del giardino di Maria. Seppi che la donna aveva sofferto per una perdita e decisi di non importunarla. A marzo 2021 Maria mi contattò al telefono, in risposta ad un mio appello lanciato sui social.

Ricordo il suo timbro di voce, chiaro e composto, ed il suo racconto sintetico, mirato, essenziale ma denso di poesia.

In seguito, ci incontrammo innanzi al suo capitello e ci salutammo con un abbraccio. Mi apparve sorridente e minuta, all’apparenza fragile, elegante e curata, determinata ed avvezza alle relazioni sociali, abile e misurata nella comunicazione, e molto desiderosa di raccontare.

A luglio 2022 Maria intervenne attivamente alla presentazione del mio libro sui capitelli di Barcis e coinvolse il pubblico con un suo racconto molto brillante e divertente.

Negli anni siamo state sempre in contatto, telefonico nei mesi invernali ed in presenza nella bella stagione, innanzi al suo storico capitello o sulla terrazza soprastante.

Il 14 ottobre 2023, in una mattina soleggiata e tiepida, Maria mi accolse in casa per l’intervista. Seduta al tavolo, cominciò a raccontare nel suo stile pacato e coinvolgente, trasportandomi in un viaggio nel passato durante il quale condividemmo anche qualche lacrima di commozione. Poi mi mostrò tanti oggetti di uso quotidiano della tradizione barciana. Quando mi trovo a Barcis, la cerco e ci salutiamo con gioia".

L'ultimo saluto, però, glielo ho dato in chiesa, in un giorno di settembre 2024, con tanta nostalgia. 
Tornata a casa, pensando ai racconti di Maria, ho indossato come una reliquia, per poco tempo e per non rovinare il lavoro di mani sapienti ed antiche, le ciabattine fatte a mano che mi aveva regalato ad ottobre 2023 quando ero stata ad intervistarla. Avevo fatto un po' di cerimonie per rifiutare questo regalo prezioso, perché non volevo che fosse sottratto ai suoi oggetti di famiglia, ma alla fine avevo accettato con gioia e gratitudine.


Qualche giorno fa sono tornata a Barcis velocemente, sotto una pioggia torrenziale, mentre sulle cime nevicava, ma non mi sono fermata innanzi al capitello dove eravamo solite scambiare chiacchiere e saluti. 
Tempo fa mi disse che avrebbe desiderato vedere pubblicata nel mio prossimo libro di interviste (in preparazione) "VOCI VIVE DI BARCIS IN VALCELLINA - Testimonianze e memorie" questa sua bellissima foto, che mi inviò sul wathsapp. Intanto la mostro qui, in tutta la sua eleganza esteriore e con la sua espressione di pacatezza e sensibilità; poi, come le avevo promesso, inserirò la foto nel prossimo libro:

Strade e sentieri aperti al tuo passaggio, cara Maria, insieme con tutte le donne che ti hanno preceduta...
Francesca

ARCHITETTURE-CAMMINO
(logo di Irene Munzù)


Libri finora pubblicati contenenti, tra l'altro, le testimonianze di Maria Paulon Guglielmi:







I miei libri di "ARCHITETTURE-CAMMINO" dedicati ad alcune località del Friuli si trovano anche presso:

- Libreria Moderna a Spilimbergo (PN);
- libreria Venier a Maniago (PN);
- edicola a Barcis (PN);
- studio TA Grafico  a Barcis (PN).





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