DONNE DI MONTAGNA, UNA STORIA DI LAVORO, CAMMINO E DEVOZIONE, in ricordo di Maria Paulon Guglielmi, Barcis in Valcellina (PN), Prealpi Carniche, Friuli Venezia Giulia
Ma circa 70 anni fa in questo punto c'era la terra, con il letto ghiaioso di un torrente, con precarie passerelle in legno che lo attraversavano, e sentieri che salivano verso l'alto, tra i boschi, fin sotto le cime rocciose.
Oggi camminiamo in questa terra in sicurezza, per sport e/o per benessere, con zainetti ergonomici, bastoncini, scarponi con suole Vibram, calpestando sentieri superstiti sistemati e segnati, che fino a meno di un secolo fa erano percorsi da donne che portavano sulle spalle pesanti carichi, sacchi di carbone di 40-60 kg appoggiati su gerle costruite a mano, con i rami di arbusti che crescono in prossimità del torrente, scelti accuratamente, lavorati e sapientemente intrecciati per garantire solidità e durata nel tempo.
«La scultura della Madonna con Bambino, che è nell’attuale capitello, prima si trovava in un altro capitello, ora scomparso, sommerso dall’acqua dopo la realizzazione del lago di Barcis negli anni ’50.
L’antico capitello scomparso era stato realizzato da Argia Gasparini (nata nel 1911) e conteneva la scultura fatta da un parente durante l’occupazione dei tedeschi nel 1944, come supplica per la protezione del paese e dei suoi abitanti che si erano rifugiati in Val Pentina.
Questo
capitello si trovava nel grande cortile di una grande casa, nella strada di
fronte, che adesso va giù verso il lago; in questa zona, prima della
realizzazione del lago, c’era un sentiero che dal centro di Barcis scendeva
fino al torrente Cellina, lo attraversava con due passerelle, e risaliva il
Monte Longa nei boschi delle località Pezzeda e Caolana.
Nel cortile
innanzi al capitello si riunivano a pregare le donne che trasportavano il
carbone con la gerla, le “carbonaie”, tra cui anche Argia Gasparini.
Al mattino le donne partivano da Barcis con la gerla vuota, si fermavano al capitello ed intonavano bei canti in dialetto barciano; la sera tornavano stanche dal bosco, dove erano andate a prendere i sacchi di carbone, e si fermavano al capitello per riposare e per dire la preghiera di ringraziamento.
Dopo la scomparsa di questo antico capitello, la scultura è stata conservata per anni con cura da Argia Gasparini, la sorella di mia mamma, che mi ha chiesto di portare su la Madonna nella casa, dove è ora.
Nel 2000 mio marito ed io abbiamo costruito il capitello in cui è collocata la Madonna, e la targa con la preghiera in ricordo delle portatrici di carbone.
Vado fiera di questo capitello e lo curo con amore».
Ho incontrato in molte altre occasioni Maria, fino all'11 settembre 2024, per la cerimonia di commemorazione dell'80° anniversario dell'incendio che fu appiccato per rappresaglia dai nazisti durante la resistenza partigiana, e che nel 1944 distrusse il paese di Barcis.
"A settembre 2020, mentre scoprivo e fotografavo i
capitelli votivi sulle strade di Barcis per un mio libro, l’amica Fausta mi
mostrò una Madonna con Bambino in nicchia, infiorata e ben curata, nel muro di
contenimento del giardino di Maria. Seppi che la donna aveva sofferto per una
perdita e decisi di non importunarla. A marzo 2021 Maria mi contattò al
telefono, in risposta ad un mio appello lanciato sui social.
Ricordo il suo timbro di voce, chiaro e composto,
ed il suo racconto sintetico, mirato, essenziale ma denso di poesia.
In seguito, ci incontrammo innanzi al suo
capitello e ci salutammo con un abbraccio. Mi apparve sorridente e minuta,
all’apparenza fragile, elegante e curata, determinata ed avvezza alle relazioni
sociali, abile e misurata nella comunicazione, e molto desiderosa di
raccontare.
A luglio 2022 Maria intervenne attivamente alla
presentazione del mio libro sui capitelli di Barcis e coinvolse il pubblico con
un suo racconto molto brillante e divertente.
Negli anni siamo state sempre in contatto,
telefonico nei mesi invernali ed in presenza nella bella stagione, innanzi al
suo storico capitello o sulla terrazza soprastante.
Il 14 ottobre 2023, in una mattina soleggiata e tiepida, Maria mi accolse in casa per l’intervista. Seduta al tavolo, cominciò a raccontare nel suo stile pacato e coinvolgente, trasportandomi in un viaggio nel passato durante il quale condividemmo anche qualche lacrima di commozione. Poi mi mostrò tanti oggetti di uso quotidiano della tradizione barciana. Quando mi trovo a Barcis, la cerco e ci salutiamo con gioia".
Qualche giorno fa sono tornata a Barcis velocemente, sotto una pioggia torrenziale, mentre sulle cime nevicava, ma non mi sono fermata innanzi al capitello dove eravamo solite scambiare chiacchiere e saluti.
Francesca
ARCHITETTURE-CAMMINO
(logo di Irene Munzù)
Libri finora pubblicati contenenti, tra l'altro, le testimonianze di Maria Paulon Guglielmi:
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