Presentazione libro: ARCHITETTURE-CAMMINO IN VALCELLINA NELLE BORGATE DI BARCIS (PN), CAPITELLI SU ANTICHE STRADE - Cammino tra capitelli - presente e passato.

 


Presentazione della ricerca e del libro: ARCHITETTURE-CAMMINO IN VALCELLINA NELLE BORGATE DI BARCIS (PN), CAPITELLI SU ANTICHE STRADE - Cammino tra capitelli - presente e passato. Barcis (PN), Valcellina, Prealpi Carniche, Friuli Venezia Giulia.

Domenica 10 luglio 2022, nel centro di Barcis, nella sala affacciata sul lago accanto al monumentale Palazzo Centi, si è tenuto l'evento annunciato dalla locandina ideata dal grafico Adriano Traina di Barcis:






L'evento è stato patrocinato dal Comune di Barcis (PN), con la partecipazione del Sindaco Claudio Traina, degli assessori Monica Boz e Claudia Gasparini, di membri della comunità barciana e di visitatori appassionati delle bellezze del territorio ed interessati alla specificità dell'argomento trattato: i capitelli votivi, piccoli sacelli contenenti un'immagine sacra, che si incontrano in cammino lungo antiche strade tra le borgate della valle di Barcis, sulle prime pendici montane intorno al lago e nelle valli laterali.

I capitelli sono piccole architetture spontanee o manufatti di arte popolare, realizzati da ignoti costruttori con materiali poveri, con forme artistiche e tipologie semplici ma interessanti, posizionati in punti strategici del territorio a cui conferiscono sacralità topografica, saldamente radicati nel paesaggio, nella spiritualità e nella tradizione degli abitanti; questi, in passato cercavano conforto nella fede per affrontare fatiche, sacrifici, miseria e sofferenze della vita quotidiana, per invocare protezione e benedizione delle abitazioni, dei prati, dei boschi e degli alpeggi, per ripararsi dalle intemperie, per sostare durante cammini disagiati, per soffermarsi in preghiera, per ritrovarsi a socializzare in un crocicchio individuato dal manufatto segnavia;

Ecco la dislocazione dei capitelli nella conca di Barcis, sulle pendici montane e nelle valli laterali; nel libro, a ciascun capitello è stata dedicata una scheda standardizzata contenente informazioni e corredata da documentazione fotografica:



Questo libro costituisce il risultato di una ricerca partecipata, svolta grazie alla collaborazione di numerosi barciani, che mi hanno offerto con entusiasmo testimonianze orali, memorie, storie personali, tradizioni familiari, foto d'epoca. Tutti questi preziosi elementi hanno compensato la scarsità delle informazioni desunte dalle lunghe ricerche bibliografiche e cartografiche, e mi hanno consentito di associare le memorie ai manufatti che avevo incontrato camminando tra il centro di Barcis e le borgate, nonché di dare risposta ad alcuni dei tanti interrogativi che erano sorti innanzi ad ogni capitello: "chi lo ha costruito? quando? perché proprio in questo punto? chi lo cura ancora oggi? chi appone statuine e fiori? chi sostituisce gli elementi usurati dal tempo e dall'esposizione al sole, alla pioggia, al vento, alla grandine, alla neve?". 

Vi sono anime delicate, riservate, che custodiscono devozione e fede antica, o che laicamente desiderano tenere in vita frammenti delle tradizioni del passato e delle loro radici culturali. Alcune le conosco di persona e le incontro spesso, altre le ho intervistate al telefono e purtroppo non le ho ancora incontrate. Molti testimoni non hanno avuto la possibilità di partecipare alla presentazione per motivi di salute, di età avanzata, di distanza geografica; ma durante la presentazione del libro sono stati tutti nei miei pensieri, mentre proiettavo le immagini dei loro capitelli, riferendone  sinteticamente le memorie.

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Nella valle di Barcis, così come in tante valli dell'arco alpino, la popolazione è stata decimata dall'emigrazione; la maggior parte delle borgate si sono svuotate, le economie della montagna che supportavano in passato la vita e la quasi totale autosufficienza degli abitanti si sono perse; la popolazione si è spostata verso le pianure e nei centri urbani alla ricerca di lavoro e di servizi. Il lungo spopolamento ha comportato, tra l'altro, la scomparsa di parte della rete di tracciati viari storici, mulattiere e sentieri che nel XIX secolo erano definite "strade comunali" percorse da tante persone, e di cui oggi restano, nella migliore delle ipotesi, solo tracce nei boschi.

Il musicista Franco Giordani nativo di Claut (PN) è stato con noi durante la presentazione e, con la sua chitarra e con la sua voce energica, profonda e nostalgica, ha cantato una delle sue canzoni più struggenti sul tema delle spopolamento della Valcellina e dei luoghi in cui i paesi si spengono ed i sentieri scompaiono: "Dulà che i truòis i sparìs". 

Ecco il link per ascoltare o riascoltare la canzone:

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Una testimone ha raccontato a tutti noi la storia del suo capitello, recuperato dalla distruzione e dall'oblio, apposto innanzi alla casa in posizione benedicente, in onore  ed in memoria delle fatiche di tante donne barciane, pilastri dell'antica società matriarcale, le "carbonaie" ovvero portatrici di carbone, le quali per lavoro percorrevano a piedi i sentieri di montagna e di valle trasportando sulle spalle 40-50 kg di carbone, e che cantavano e pregavano, sostando quotidianamente innanzi a questa immagine sacra:


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I miei ringraziamenti più sentiti agli enti ed alle associazioni che hanno onorato il libro del loro patrocinio, alle istituzioni che hanno supportato la ricerca bibliografica e cartografica, ed a tutti i testimoni che hanno dato voce e continuità vitale alle loro memorie orali; queste, riportate nel mio libro, delineano nel loro insieme una pagina di storia inedita della cultura e della tradizione barciana, della devozione e della spiritualità popolare che si esprimono ancor oggi attraverso forme di arte spontanea.



La scrittrice Maria Marini, autrice dell'articolo sulla rivista EVENTI ha partecipato alla presentazione ed ha letto per noi il suo toccante e commovente racconto, che evoca la nascita di una borgata, la vita delle persone e la vitalità del sito, poi il lento spopolamento ed infine, la desolazione ed il silenzio del piccolo insediamento rimasto privo degli abitanti, ma non delle memorie di coloro che sono andati via; le murature, gli spazi e gli elementi costruttivi conservano, bene impresse, le tracce di tante anime. Sono ancora tutte lì, tra le mura silenziose che raccontano storie, in attesa e nella speranza di rinascere a nuova vita, con nuovi abitanti ed in modo nuovo. 

Ecco il link per leggere il racconto dal titolo: "Resta sempre qualcuno in casa", corredato da un'illustrazione dell'autrice:

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Mentre riflettiamo sulle memorie custodite dalle persone e dalle antiche mura di sasso delle case, nutriamo anche la speranza di un cambiamento nel prossimo futuro, poiché giovani famiglie con bambini si sono stabilite a vivere in alcune borgate, compiendo scelte coraggiose ed innovative.

Finora la ricerca di ARCHITETTURE-CAMMINO nelle borgate di Barcis si è concretizzata nelle prime n. 3 pubblicazioni (libri in cartaceo ed in ebook):


attualmente è in preparazione una pubblicazione dedicata ad un'altra borgata, bellissima, disabitata, rievocata grazie alle memorie ed ai racconti di una persona nativa del luogo, molto riservata, attenta e meticolosa, che ha offerto contributi di notevole valore umano, testimoniale, fotografico e linguistico. Sarà una sorpresa....

Intanto buona lettura e buon cammino nelle borgate di Barcis!

FRANCESCA AIELLO

ARCHITETTURE-CAMMINO
(logo di Irene Munzù)


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Per raggiungere e visitare i capitelli più lontani dal centro di Barcis, c'è anche la possibilità di noleggiare una e-Bike; informazioni e contatti al link:

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