CAMMINO ED EMOZIONI DOPO LA BURRASCA ESTIVA, Cala di Mitigliano, Punta Campanella, Massa Lubrense (NA)
CAMMINO ED EMOZIONI DOPO LA BURRASCA ESTIVA, Cala di Mitigliano, Punta Campanella, Massa Lubrense (NA)
"Era una giornata estiva calda, asciutta, soleggiata
e molto ventosa. Il sole splendeva libero nel cielo pulito senza nubi, la luce
abbagliava i miei occhi privi di occhiali da sole e rendeva più che mai vividi
i colori della montagna, della vegetazione, delle rocce e del mare.
Nei giorni precedenti si era scatenata una
burrasca che aveva investito il mare e la terra, prima con calma piatta ed afa,
poi con nubi scure e minacciose, poi con pioggia battente secondo le direzioni
dei venti, che velocemente avevano percorso i quadranti meridionali come in una
girandola, da scirocco, a mezzogiorno, a libeccio, a ponente, offrendo spettacoli
di luci e colori variabili, in condizioni di estrema instabilità meteorologica.
In quel giorno soleggiato il vento soffiava forte
dal mare aperto verso la terra, e sollevava onde lunghe, alte e frangenti, che
viaggiavano nell’ampio fetch libero del Mare Tirreno e si schiantavano sugli scogli
della Cala di Mitigliano.
Ammirando dall’alto lo spettacolo, fui assalita
dal desiderio di raggiungere la Cala di Mitigliano, luogo che conoscevo bene e che
mi era caro e familiare sin dall’infanzia; volevo regalarmi un cammino speciale,
che sognavo da molti anni, e soprattutto dall’estate del precedente anno,
che era stata per me una stagione molto difficile.
La mia amica sorella mi offrì compagnia nel cammino,
ma per accettare il regalo dovetti elemosinare aiuto e collaborazione in famiglia.
I miei figli erano ancora piccoli, avevano rispettivamente
quattro anni e mezzo l’uno, ed un anno e mezzo l’altra; quel luogo di mare
selvaggio e periglioso, all'epoca raggiungibile solo a piedi attraverso un cammino impegnativo,
non era adatto per la loro tenera età e per la loro routine quotidiana, scandita
da orari di pappe, giochi e nanne.
Ma quel pomeriggio estivo al mare dopo la
burrasca non potevo assolutamente lasciarmelo sfuggire! Dopo il pranzo, preparai la cena per tutta la
famiglia ed affidai i piccoli.
L’amica sorella ed io ci incamminammo in discesa verso
la Cala di Mitigliano, con zaini in spalla e con spensieratezza giovanile
ritrovata.
Procedevamo nel sole e nel vento, ammirando il
panorama del mare agitato che si avvicinava sempre più, mentre percorrevamo il
sentiero immerso nella boscaglia di profumatissima macchia mediterranea.
Giungemmo sulle rocce innanzi al mare dopo aver
attraversato le pendici aride e scoscese della montagna, dove la vegetazione sparisce
improvvisamente ed il suolo si trasforma in un ghiaione franoso, su cui crescono
piccoli ciuffi isolati di piantine grasse, resistentissime e resilienti.
Le rocce di quella scogliera fanno pensare al
risultato di una devastazione; enormi massi calcarei giacciono sovrapposti, in
bilico l’uno sull’altro, in posizione inspiegabile, casuale e spesso instabile,
forse precipitati dalla montagna sovrastante. Ci stendemmo sulle rocce, chiare e calde,
accoglienti e confortanti, innanzi al mare agitato, inaccessibile in quelle condizioni
per un bagno in sicurezza.
Conoscevo perfettamente gli scogli, gli anfratti
e tutte le discese praticabili per fare il bagno; mi ero tuffata tante volte sin
da bambina in quel mare selvaggio, nel quale avevo praticato le mie prime nuotate
libere, con timore reverenziale della forza d’urto delle onde sulle rocce, e delle
insidie dei fondali profondi e misteriosi.
Le onde si infrangevano violentemente sugli
scogli, innalzando altissime colonne di schiuma che precipitavano su di noi, sommergendoci
e regalandoci bagni di freschezza e di salsedine, benessere, rigenerazione e felicità.
Il rombo costante del vento ed il fragore delle
onde, che entravano ed uscivano da grotte costiere e cavità sottomarine abissali,
sovrastavano la voce umana, invitavano al silenzio ed all’introspezione, e mi scuotevano
la memoria.
I suoni dominanti della natura richiamavano ricordi
recenti, mi invitavano a non allontanarli, ad affrontarli positivamente, a raccoglierli
formando un piccolo mappamondo personalizzato, da contenere nella mano protesa in
alto verso il cielo, per osservarlo da diverse angolazioni e per poi lanciarlo lontano
nello spazio, attraverso la bellezza della natura, per celebrare il trionfo
della vita e della salute, e per godere pienamente l’attimo, “qui ed ora”.
Immersa in queste emozioni innanzi al mare
agitato e scintillante, investita dal sole che scaldava piacevolmente, confortata
dai dialoghi con l’amica sorella, che ben conosceva una mia storia molto forte vissuta
nell’anno 2000, decisi che prima o poi la avrei raccontata.
È la storia di una burrasca estiva personale, di
un naufragio e di un salvataggio a tempo determinato, dell’inizio di una lunga navigazione
verso lontani lidi dell’anima che sto raggiungendo consapevolmente solo oggi,
con un ritardo di oltre un ventennio" (...)
(LA STORIA PROSEGUE NEL LIBRO)
* * * * * *
Questo racconto è estratto dal mio libro di recente pubblicazione:
Questo libro è il 2° volume della collana:
CAMMINI NELLE ETA' DELLA VITA - Percorsi nella memoria
formato cartaceo con foto in bianco e nero
formato ebook con foto a colori
168 pagine
Buona lettura da Francesca
ARCHITETTURE-CAMMINO
(logo di Irene Munzù)
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