L'idea di "ARCHITETTURE-CAMMINO", progetto nato dall'amore per le terre.
“Camminare può
significare
vedere sé stessi,
amare la terra
e lasciare che il corpo
si muova al ritmo dell’anima”.
(Erling Kagge)
La pratica del cammino lento, inteso come lunghe camminate nei paesaggi tra natura ed architettura, ha sempre fatto parte della mia vita e mi ha regalato forza, conforto e compagnia in periodi oscuri, coraggio nell’affrontare scelte difficili, serenità nell’accettare la meditazione solitaria come passaggio obbligato nella ricerca della pace interiore, attraverso il giusto distacco da cose e persone, pur senza rinunciare a profonde affettività.
Dopo periodi della vita in cui ho camminato
meno per dedicarmi incondizionatamente al lavoro senza le indispensabili pause, per regalare troppo tempo a relazioni deludenti e pochissimo tempo ai miei interessi, o per adattarmi a stili di vita troppo diversi dal
mio, mi sono ammalata in organi vitali.
Quando la sorte mi ha sottratto per un
periodo la possibilità di camminare, mi sono allenata per riappropriarmene, anche camminando a lungo nelle terre in cui mi sono trovata a vivere.
Percorrendo le mie terre le ho amate, ho desiderato approfondire la conoscenza dei luoghi, della storia e delle genti, riprendere attività che avevo praticato nella giovinezza, sia per passione che per lavori di ricerca; studiare e descrivere le terre, coniugando la passione per il cammino con la formazione professionale alla “lettura” di paesaggi ed architetture.
In questo percorso nel tempo ed in spazi molto diversi tra loro, ho sperimentato anche che la
valorizzazione della salute psico-fisica può essere strettamente connessa alla pratica
personalizzata del cammino ed all’espressione della creatività che spesso ne
consegue.
So che molte persone hanno vissuto e vivono esperienze
analoghe, e che tutto ciò che ho scritto non è assolutamente una novità.
Il desiderio di scrivere articoli e libri sul tema "ARCHITETTURE-CAMMINO" è nato camminando, percorrendo a piedi le terre che amo, immergendomi nei paesaggi,
armonizzando il ritmo dei passi e del respiro con la luce del sole, con la
corsa delle nubi, con il respiro del vento e degli alberi, con il movimento delle
acque, sentendomi parte di un universo pulsante di energie e di vite, in cui architetture "minori" e manufatti artistici "di strada" regalano spunti di riflessione sulle memorie che custodiscono silenziosamente.
Sono nata in una metropoli piena di
contrasti, e la maggior parte dei miei cammini quotidiani fino ai 50 anni di
età si sono svolti su basoli in pietra vulcanica, battuti di lapillo, cubetti di
porfido, cotto e maioliche di chiese e chiostri secolari, prati e boschetti di
parchi storici, basolati dell’antichità classica, pavimenti in pietra lucida di
stazioni e di uffici pubblici, guaine plastiche di banchine e tunnel di
ferrovie sotterranee, metalli di scale mobili, grigliati di scale esterne di
grattacieli, asfalti crepati da voragini aperte su caverne, sterrati e pantani
fangosi di periferie dimenticate; il tutto, in contesti poco accoglienti,
gravati dal peso della trascuratezza nel silenzio rassegnato di abitanti
stremati, in un tessuto urbano dalla storia millenaria fiorita in una terra felice,
favorita dalla natura e magnificata da colonizzatori, dominatori, visitatori. Napoli.
Ma questa non è mai stata la mia terra, non
la ho mai sentita tale; la ho percorsa a piedi in lungo ed in largo per svago e
per necessità, anche perché il cammino è sempre stato il mezzo più efficiente per
garantire velocità e puntualità negli spostamenti su strade tortuose, perennemente
intasate ed inquinate dal traffico motorizzato; il cammino era il mezzo "adatto" per me, che mi illudevo di poter vivere in coerenza con sani ed indiscutibili principi
di ecologia, sostenibilità e salute.
La mia prima terra amata è quella in cui ho
imparato a camminare, in cui ho mosso i primi passi da piccola ed in cui ho
gustato profondamente l’essenza del cammino con la piena immersione nel
paesaggio e nella bellezza di una natura generosa, foriera di benessere e di salute
in ogni stagione.
È una terra peninsulare protesa nel mare verso
occidente, una striscia stretta e lunga che si assottiglia in punta fino a
diventare quasi un’isola appartata, con vista lontanissima sulla metropoli soltanto
quando soffia il vento da nord.
La terra dei miei primi cammini è la penisola
di Sorrento, terra di miti e di sirene, di mare e di montagne, di dolci
campagne coltivate su pianori e terrazze affacciate sull’azzurro, di ombrosi agrumeti,
di oliveti nel sole, di piccoli orti nascosti da muraglie, di faggete e
castagneti montani, di bassa e profumata macchia mediterranea resistente a
tutti i venti, di scure rocce tufacee strapiombanti su valloni di rivi umidi e
bui o su strette spiagge di borghi marinari;
terra di chiare rocce calcaree che
all’estremità peninsulare di Punta Campanella si distaccano bruscamente dalla
vegetazione e si immergono con strapiombi verticali nel mare blu scuro, profondissimo,
sempre mosso da raffiche di vento e da correnti che si incrociano, nello
stretto di fronte all’isola di Capri.
Sono partita da qui e sono arrivata molto lontano.Nel frattempo, il cammino mi ha salvato la vita.
Ed è nata l'idea di "ARCHITETTURE-CAMMINO", un progetto dedicato alla conoscenza ed alla valorizzazione di paesaggi, architetture e culture di terre appena "fuori porta" rispetto al luogo in cui vivo attualmente; terre che percorro con interesse e con piacere, ammirando bellezze, ascoltando storie di vite del passato raccontate in modo semplice da persone sensibili, riscoprendo il potere terapeutico del cammino e scrivendo note illustrate che spero suscitino nei lettori il desiderio di scoprire, osservare e conoscere le terre camminando.
Il messaggio parte da una terra geografica, ma la modalità è sperimentabile in tante terre, con amore per le loro autenticità.
Buona lettura e buon cammino.
Francesca
ARCHITETTURE-CAMMINO (logo di Irene Munzù)
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i libri di ARCHITETTURE-CAMMINO inerenti al Friuli si trovano anche presso:
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Commenti
Dici che tutto è partito da una necessità: muoversi in una città tanto bella e contraddittoria dove il tuo n non passo si è fatto slalom tra auto e persone. Tutto ha avuto inizio da lì e ha portato il tuo cammino nei luoghi del cuore: la penisola sorrentina con i suoi anfratti, con le sue stradine fatte di ciottoli che si aprivano a scorci meravigliosi dove cielo e mare diventavano un tutt’uno.
Ma il tuo destino era altrove, in una terra lontana che ti ha accolto tra le tue braccia e dove il tuo passo ha ritrovato il ritmo del tuo cuore.
Il fragore del mare sugli scogli si è trasformato nello scorrere vitale dei fiumi e nel silenzio dei laghi.
Cara Francesca i tuoi libri sono riscoperta di una visione della vita che la modernità sta cancellando, ma che ognuno conserva nei suoi ricordi!
Buon viaggio!